(detto
il Beneamato). Re di Francia. Figlio di Luigi duca di Borgogna e
di Maria Adelaide di Savoia, successe, ancora bambino, al bisnonno Luigi XIV,
nel 1715, sotto la reggenza dello zio Filippo duca di Orléans: ebbe per
tutore l'allora vescovo e poi cardinale A.H. Fleury, il quale, messi in disparte
il cardinale G. Dubois e Filippo d'Orléans (che con Fleury formavano il
consiglio della reggenza) e allontanato anche il duca Luigi di Borbone,
accentrò in sé tutti i poteri.
L. XV, che aveva sposato nel
1725 Maria Leszczynska di Polonia, si disinteressò completamente del
governo, lasciando che la moglie, divenuta protettrice del cardinale Fleury, si
occupasse degli affari dello Stato. Si circondò di un gruppo di
informatori più o meno segreti (dei quali fece parte, con molto rilievo,
lo stesso cardinale Dubois), che il re definì i componenti del "Segreto
del re", aventi l'incarico di fornirgli le più minuziose informazioni
sugli affari militari e politici interni ed esteri; però egli non seppe
valersi di questo complesso di informazioni e non seppe tenere un governo
effettivo. Il suo regno fu travagliato dalla guerra di Successione di Polonia
(1733-38) e da quella di successione d'Austria (1740-48), nella quale la Francia
fu, suo malgrado, trascinata e dalla quale non trasse alcun vantaggio.
L.
XV fu continuamente influenzato dalle sue molte favorite, fra le quali
spicca la marchesa di Pompadour: di estrazione borghese, seppe utilizzare il suo
ascendente presso il sovrano per creare o revocare ministri e, in questo senso,
fu la vera responsabile degli esiti non sempre felici delle varie alleanze
francesi e dei loro improvvisi capovolgimenti. Così le venne addebitata
la guerra dei Sette anni (1756-63) che costò alla Francia la perdita
delle importanti colonie del Canada e delle Indie. Alla Pompadour successe, nel
favore del re, la contessa Du Barry: a lei si deve la destituzione del ministro
Choiseul, raro esempio di ministro illuminato. Nel 1766, per merito di Choiseul,
L. XV poté annettere alla Francia la Lorena e nel 1768 ebbe la
Corsica che acquistò dalla Repubblica di Genova. Lasciò, morendo,
lo Stato in gravi condizioni finanziarie; gli successe il nipote Luigi XVI
(Versailles 1710-1774). • Arte -
Stile L. XV: è il
più complesso degli stili francesi del mobile, in quanto investe un
momento particolarmente critico nella vita delle forme e del gusto europeo,
quello che culminerà nella riforma neoclassica. In un primo momento, che
si vuol chiamare "reggenza" e che dai primi anni del Settecento giunge sino al
1740 circa, lo stile
L. XV riprende, variandole e soprattutto
alleggerendole, le forme Boulle. Un'ulteriore flessione si ha negli anni sino al
1760, allorquando trionfa il cosiddetto
rocaille una sorta di variante
del rococò, carico di asimmetrie, di capricci lineari, di bizzarrie
strutturali e di giochi tra elementi decorativi (conchiglie, fiori, frutta,
volute, ecc.). La fantasia dinamica e ornamentale sembra giungere all'eccesso, e
già negli anni verso il 1770 si avverte una precisa reazione che,
assumendo prudentemente gli eventi della cultura neoclassica europea, tende alla
semplificazione in geometrie "archeologiche" delle forme ebanistiche.
Naturalmente non c'è ancora che l'intuizione di una riforma che
dovrà essere attuata completamente solo alla fine del secolo : d'altra
parte, specialmente durante il periodo Pompadour, per il gusto stesso della
favorita, la linea classica cominciò a prendere il sopravvento. Si
ricordi che contemporaneamente giungono alla loro perfezione i mobili bizzarri o
chinoiseries, laccati e ornati; tipica forma dei mobili
L. XV
è quella delle
commodes dalle lunghe gambe arcuate, con i cassetti
in vista o celati da ante. I letti sono a piccolo baldacchino, i
secrétaires con piano scrittoio ribaltabile o apribili a scrivania
attraverso un cilindro rotabile parallelo al piano e poi si ricordano i
tables de chevet, i tavolini da notte o i
guéridons, alti
supporti destinati a reggere i candelieri. Spesso questi mobili di pregio
godevano di complessi meccanismi, spesso segreti, che ne aumentavano il valore,
personalizzandoli con le esigenze del committente. Tra i migliori artigiani del
periodo: Guaudreaux, Cressent, i Criaerd, Oeben, Tilhard, gli Avisse, Gourdin.
Tipica anche la ricerca di nuovi tipi di sedili: sedie e poltrone a cornice
leggerissima vengono ideate in questo periodo, come le
chaffeuses, basse
sedie pensate per sedersi davanti al camino; le
bergères, poltrone
con alto schienale, fianchi e braccioli imbottiti, fornite di cuscino; la
marquise, piccolo divano a due posti. Di gran moda è anche la
chaise-longue, sedile formato da una poltrona imbottita anche nei
braccioli, piuttosto bassa, e da un panchetto anch'esso imbottito per
appoggiarvi i piedi. Abbandonato già dal tempo di Luigi XIV l'uso del
vasellame in oro e argento, si passa alla straordinaria fioritura delle botteghe
di raffinata porcellana a Rouen, Marsiglia, Sceaux e Vincennes. Il re,
entusiasta della produzione di quest'ultima fabbrica, permise che adottassero
l'iniziale del suo nome come marchio di quella che, trasferitasi a
Sèvres, divenne poi la Manifattura reale.